Tutela della salute, dovere e potente strumento di incentivazione!

Scopri come tutelare la tua salute e quella dei collaboratori con un potente strumento di attrazione e incentivazione dei talenti.




 18.05.2021 Articolo di Roberto Sibilia - Fondatore e Sr Consultant di Me-ToDo®

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"Mamma non mi sento bene! Non preoccuparti Roby, adesso andiamo alla Mutua". Nei ruggenti anni 60' il servizio sanitario nazionale non era ancora nato, ma esistevano le mutue e i medici della mutua. Poi nel 1980 le mutue "scompaiono" per fare posto al servizio sanitario nazionale con la promessa di un servizio più efficiente e più equo. Il servizio sanitario doveva essere la seconda gamba del welfare italico dopo quello rappresentato dal sistema pensionistico. Due fiori all'occhiello di un'Italia che cresceva e che si apprestava alla stagione della finanza per tutti, quella della "Milano da bere". 

Qual è la situazione oggi.

Dopo alcuni decenni, con un tasso di natalità passato dal 18% degli anni '60 all'attuale 6,8% e con un'aspettativa di vita di circa 82 anni, la pandemia da COVID-19 ha finito con il mettere a nudo la reale situazione del nostro Paese. Mentre è già dai primi anni '90 che il sistema pensionistico subisce continui tentativi di riforma per trovare una quadra, sotto il profilo della tutela sanitaria si è fatto ben poco e quel poco non ha fatto altro che creare sostanziali differenze tra regioni e quindi tra noi cittadini. Abbiamo assistito, nel tempo, all'aumento dei ticket e alla riduzione dei livelli essenziali di assistenza -LEA -. Ti do solo un dato: nel 2019 la spesa sanitaria complessiva è stata di circa 160 miliardi di euro, di questi circa 41 miliardi sono stati sborsati direttamente dalla tasca di noi cittadini per pagare ticket, alta diagnostica, interventi e cure odontoiatriche. Quindi oltre a quanto abbiamo corrisposto con la nostra fiscalità abbiamo speso mediamente 665,00 euro in più a persona (Fonte ISTAT e CERGAS SDA BOCCONI). Il dato che più mi ha impressionato è che queste spese aumentano di circa un miliardo all'anno, perché per far quadrare i bilanci le regioni sono costrette a ridurre i LEA, quindi le prestazioni assistite si riducono e i ticket aumentano.

Sia ben chiaro che il nostro servizio sanitario è una assoluta eccellenza con operatori, dai medici a tutto il personale infermieristico, preparati e professionali. La macchina organizzativa e gestionale, invece, palesa tutti i limiti e l'arretratezza accumulata nel corso dei decenni.

Oggi i tempi di attesa per visite e indagini sono molto lunghi, anche troppo causa COVID, e la differenza tra ticket e costo della prestazione si è assottigliata tanto che spesso conviene pagare la prestazione privatamente accelerando così i tempi. 

Come possiamo tutelarci e tutelare i nostri cari e i collaboratori.

I trend, quelli demografici, ci indicano che l'aspettativa di vita crescerà mentre il tasso di natalità avrà una curva piatta quando non in ulteriore lenta discesa. Quelli del servizio sono indirizzati verso una costante contrazione delle prestazioni assistenziali essenziali, un aumento della quota di contribuzione richiesta al contribuente e un aumento dei tempi per poter fruire dei servizi. Quindi non ci resta che provvedere con delle coperture private che tutelino la nostra salute e il nostro patrimonio in caso di problemi.

Le assicurazioni.

Sicuramente sai che una soluzione è quella data dall'intermediazione finanziaria e assicurativa. Quello che forse non sai è che solo il 7% degli italiani si è tutelato scegliendo questa strada, mentre solo il 21% è garantito parzialmente da un fondo sanitario frutto del contratto collettivo di lavoro.

A mio parere la ragione di un così scarso utilizzo dello strumento assicurativo è da ricercare nel fatto che le assicurazioni, pur offrendo ottimi prodotti, dovendo produrre un profitto pongono una serie di limitazioni e paletti che correlati ai costi richiesti fanno desistere chi ha intenzione di avere questa tutela. Limite d'eta assicurabile fino a 70 anni, esclusione delle patologie pregresse, periodi di carenza lunghi mediamente 180 giorni e la possibilità di recesso da parte della compagnia con conseguente segnalazione alle altre sono i paletti più odiati. Gli elevatissimi costi fanno il resto, per la tutela completa di un nucleo famigliare di 4 persone adulte arriviamo mediamente intorno ai 7 mila euro annui. Una richiesta davvero per pochi o pochissimi. In aggiunta mancano completamente i benefici fiscali sia per il privato che per l'azienda.

La via mutualistica è la soluzione concreta.

Personalmente ho scelto di "tornare al passato" per fare una salto nel futuro. Un po' perché mi sento  vicino ai concetti che la mutualità esprime e quindi ne condivido i valori, ma anche per il rapporto tra investimento richiesto e completezza della tutela. Le assicurazioni hanno rifiutato la patologia pregressa, una media sordità bilaterale che mia figlia ha dalla nascita e che non le ha impedito di essere la brillante ragazza che è. Le assicurazioni mi hanno chiesto oltre 7 mila euro di costo annuo per assicurare me e i miei due figli senza poter avere alcun beneficio fiscale. Le assicurazioni mi hanno sottolineato che all'insorgere di patologie potrebbero decidere di non assicurarmi oltre.
Nella mutua sono innanzitutto un socio, nessuno può escludermi se non io stesso lasciandola. Sono accettate tutte le patologie, ovviamente secondo meccanismi e tempi che consentano alla muta si garantire la sostenibilità del sistema. La tutela è a vita intera, quindi ben oltre i 70 anni delle assicurazioni. La tutela è completa e i valori superano di gran lunga quelli assicurativi. Si va dalla tutela preventiva, con check up completi compresi quelli oncologici, alla salute, con analisi ed esami, visite specialistiche e cure odontoiatriche. C'è poi l'assistenza domiciliare e l'area dell'invalidità dovuta a malattia o infortunio, poi quella della mancanza di autosufficienza. E molto di più visto che la mutua garantisce al socio anche il sostegno economico in caso di sopraggiunte difficoltà economiche con una serie di tutele che comprendono il sussidio per la perdita del lavoro o l'inabilità temporanea, oppure borse di studio per i figli che frequentano l'università. Ma gli aspetti che hanno pesato definitivamente sulla mia scelta sono stati questi:
  1. il valore investito è meno di un terzo di quello richiesto mediamente da un'assicurazione;
  2. le tutele sono di gran lunga più ampie di quelle assicurative;
  3. della quota versata godo di una detraibilità di 247 euro dalle imposte;
  4. le quote investite negli anni sono ereditabili, quindi nulla è versato a fondo perso.

L'associazione mutualistica, una soluzione per il welfare aziendale.

C'è un'altra ragione che mi ha spinto a divenire socio di una mutua privata. La possibilità di diffondere i magnifici valori agli imprenditori e alle loro organizzazioni. I sussidi mutualistici rientrano tra i benefit ricompresi nel welfare aziendale.

Il sussidio è uno straordinario strumento per attrarre o trattenere i propri talenti, oppure per premiare il merito di una rete vendita o dei collaboratori chiave. Vediamo in sintesi perché è preferibile progettare un sistema di welfare basato su questo strumento rispetto ad altri strumenti.

  • L'importo riconosciuto al collaboratore non è soggetto a contribuzione, ma solo al contributo di solidarietà del 10%.
  • L'importo riconosciuto non fa cumulo con i redditi del collaboratore, quindi non altera gli scaglioni irpef.
  • L'importo riconosciuto è totalmente deducibile per l'impresa fino alla somma di euro 3.615,20 per ogni dipendente iscritto.
  • L'imprenditore che percepisce un compenso da amministratore assimilabile al compenso da dipendente può iscriversi alla mutua.
  • Le soluzioni mutualistiche disponibili sono modulabili e possono essere corrisposte interamente dall'azienda o in quota parte tra azienda e dipendente.

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